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Una delle scelte che tutti devono affrontare a un certo punto della propria vita è tra vivere in affitto o acquistare una casa di proprietà. Un grande dilemma finanziario con una serie di argomenti associati. Da una parte la consapevolezza che con la locazione si paga un canone per molto tempo senza possedere l’immobile allo scadere del contratto, con la sensazione di aver buttato via i soldi. Dall’altra, l’acquisto è una decisione che condiziona il futuro dei proprietari, per l’impegno economico richiesto e per le scelte di vita.

Ecco  5 segnali che aiutano a capire quando è il momento perfetto per acquistare la prima casa.

Sentirsi pronti per creare una famiglia
Il momento più opportuno per fare il grande passo e divenire proprietari è condizionato dalla situazione lavorativa, finanziaria e familiare. Possedere una casa è per molti il primo passo per stabilizzarsi. Un buon momento per considerare l’acquisto della prima casa coincide quindi con quello in cui ci si sente pronti a formare una famiglia, dal punto di vista economico oltre che personale. Per compiere questa scelta in piena tranquillità occorre studiare tutte le opzioni e fissare il proprio budget, così come le diverse misure di pianificazione finanziaria, di risparmio e di tutela della famiglia da adottare.

Avere la necessaria stabilità economica

L’acquisto di una casa dona stabilità ma, al tempo stesso, ne richiede. Disporre di una certa solidità economica è d’obbligo per svolgere in sicurezza un’operazione di questo tipo. Avere dei risparmi da parte, delle entrate regolari e non avere debiti da saldare permette di affrontare questo passo con serenità.  Quando queste condizioni sono sodisfatte non c’è motivo di esitare se si trova un bene immobiliare che ha le caratteristiche desiderate.

Trovare un immobile nel momento giusto
Il desiderio non è tutto, è sempre condizionato da un’opportunità. A volte capitano delle occasioni da non lasciarsi sfuggire. Ad esempio, può capitare di imbattersi nella casa perfetta, anche se è in vendita mentre si sta cercando una casa in affitto. Se il costo e le qualità sono in linea con i propri obiettivi per il futuro allora vale la pena pensarci su, acquistare potrebbe essere la mossa giusta.

Pensare al futuro

L’acquisto di una casa richiede uno sguardo al futuro per cui è necessaria una riflessione. Porsi una serie di domande è importante per capire se comprare casa in un determinato momento è la scelta giusta. Ad esempio, bisogna chiedersi quanto tempo si pensa di vivere nella prossima casa, ma è altrettanto necessario domandarsi quali cambiamenti ci potranno essere in futuro, se la famiglia crescerà o si avrà la necessità di ospitare qualcuno. Per chi invece ama fare lunghi viaggi in giro per il mondo o fa un lavoro che richiede mobilità geografica la migliore opzione potrebbe essere l’affitto.

Libertà di modificare la propria casa

Chi vive in affitto il più delle volte sperimenta il disagio di dover vivere in un ambiente che non soddisfa le proprie esigenze. La maggior parte dei contratti di affitto vietano di apportare modifiche e di fare lavori per adattare l’immobile alle proprie necessità. Questa è un’altra motivazione per orientarsi verso l’acquisto piuttosto che verso la locazione.

Uno dei vantaggi di avere una casa di proprietà è la possibilità di personalizzare realizzando dei lavori con libertà. Per non sbagliare nella scelta è necessario distinguere le necessità dai desideri. Le necessità dovrebbero includere aspetti che non si possono cambiare come la posizione, la vicinanza alle scuole, il tipo di quartiere, il budget, il numero di camere da letto, la metratura, ecc. I desideri, invece, possono includere cose non essenziali e che potranno essere modificate dopo l’acquisto come lo stile della casa, i colori delle pareti, la presenza di una doccia piuttosto che di una vasca da bagno o il sistema di riscaldamento.

 

Attualmente in Italia sono in vendita oltre 43.000 immobili commerciali, a reddito e sfitti, un numero in significativa crescita, +38%, rispetto allo stesso periodo del 2019 quando il mercato non subiva ancora gli effetti della pandemia da Covid-19. All’aumento dell’offerta è corrisposto un calo dei prezzi che, in due anni, hanno perso il 7%.

Per quanto concerne il Centro Italia ben il 29% dei fondi commerciali della macroarea si trova nella sola città di RomaNapoli, invece, aggrega circa il 12% degli annunci situati al Sud e Palermo il 12,7% di quelli nelle Isole. Nel Nord del Paese la situazione risulta più omogenea: nelle metropoli di Milano e Torino si trovano il 9,4% e il 10% rispettivamente dei negozi in vendita del Nord-Ovest. Ancora più diluita la concentrazione nel Nord-Est: Venezia, infatti, accentra solo il 4,3% degli immobili commerciali dell’area.

L’indagine ha voluto approfondire quanto, a parità di altre caratteristiche come la zona o le condizioni strutturali, gli immobili a reddito – ovvero immobili che vengono messi in vendita già con un affittuario presente nel locale – abbiano un prezzo maggiorato rispetto agli immobili liberi/sfitti. Prendendo in analisi le top 11 città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Firenze, Bologna, Genova, Palermo, Catania, Bari, Venezia) di media la maggiorazione di prezzo è pari al 17,6%.

Oggi, ancor più che in passato, per chi investe negli immobili commerciali risulta fondamentale la possibilità di conoscere a priori la redditività del locale. Questo è sempre stato vero ma oggi ha ancora più valore per gli investitori in quanto ci troviamo in un momento storico in cui molte attività si trovano a fare i conti con la crisi economica scatenata dal Covid, come mostra il numero dell’offerta in costante aumento. Dall’altra parte, anche in virtù del calo dei prezzi richiesti, chi sceglie di comprare un fondo sfitto, a parità di condizioni, si assicura un importante risparmio sul prezzo dell’immobile.

A Venezia gli immobili commerciali in vendita a reddito hanno in media un prezzo al metro quadro maggiore del 26,4% rispetto a quelli non a reddito, con una maggiorazione pari a 884 euro al metro quadro. Superano il 20% anche le città di Catania e Torino (23,6% e 20,5%, rispettivamente). Più contenuto l’aumento del prezzo per Bologna e Milano, che si attesta attorno a +13% per gli immobili a reddito. In coda Roma, al +11,3% e Palermo, al +10,1%.

In valore assoluto Venezia è la città in cui la disparità di prezzo al metro quadro tra negozi a reddito e negozi sfitti o liberi è maggiore (+884 euro/mq). Seguono, tutte con una differenza di prezzo di circa la metà rispetto alla città lagunare, Firenze (+478 euro/mq) Napoli (+439 euro/mq), e Milano (+430 euro/mq). Palermo risulta la città dove la forbice di prezzo tra le due tipologie considerate è meno significativa: un fondo commerciale a reddito costa infatti solo 136 euro al metro quadro in più rispetto ad uno libero.

 

Con l’approvazione della manovra in Commissione Bilancio al Senato il 2022 si conferma un nuovo anno di bonus per la casa e, in generale, l’edilizia.

Il Superbonus è stato confermato ma non solo, è stato esteso anche alle cosiddette villette, le case unifamiliari senza nessuna soglia Isee prevista in precedenza, né limitazioni ad abitazioni principali e a termini di comunicazione della Cila. L’unico limite ha una data ed è il 30 giugno 2022, giorno entro il quale dev’essere già stato effettuato il 30% dei lavori previsti.

Le altre novità per Superbonus nel 2022 sono: a conferma della validità fino a 48mila euro anche per gli impianti fotovoltaici e infine un’ulteriore spinta alle energie rinnovabili, con un bonus previsto per gli impianti di produzione elettrica con sistemi di accumulo.

A proposito del bonus facciate, invece, va detto che è l’unico rimasto fuori dalle correzioni della maggioranza: è stato confermato infatti il taglio proposto dal governo che lo ha ridotto dal 90% al 60% nel 2022, ma senza limiti per la spesa.

Un bonus nuovo per il 2022 riguarda l’abbattimento delle barriere architettoniche e prevede il rimborso in cinque anni del 75% della somma spesa nel 2022, questo bonus può essere sfruttato da chi necessita l’installazione di ascensori e montacarichi ma varrà anche per i sistemi di automazione degli impianti negli edifici, incluse le spese per lo smaltimento di quelli più vecchi.

Infine abbiamo le agevolazioni per l’acquisto di mobili (sempre all’interno di un intervento di ristrutturazione) che non solo sono state confermate ma salgono a 10mila euro, contrariamente a quanto prevedeva il testo della manovra che ne proponeva la riduzione a cinque.

La tavola di Capodanno è un elemento da non trascurare per accogliere il nuovo anno al meglio, non basta quindi pensare solo al menù e allo champagne da mettere in freddo per il conto alla rovescia.

Bisogna pensare alla tovaglia, ai centrotavola e ai segnaposto e abbinare al meglio piatti, bicchieri, colori e accessori per stupire i vostri ospiti e arrivare preparati al cenone del 31 dicembre. Ecco alcuni consigli.

Potete scegliere gli elementi giusti in base al tipo di cena che volete organizzare, anche se ci sono dei consigli base che valgono sempre e che possono essere utili: ad esempio non è necessario avere una tovaglia particolare: andrà benissimo una bellissima tovaglia bianca, in quel caso giocherete con colori ad hoc, come oro e argento, per le decorazioni.

Se per il dopo cenone è prevista anche una piccola festa potete aggiungere elementi divertenti come piccoli gadget, palloncini e festoni originali scegliendo un tema o un colore predominanti per donare personalità e carattere alla vostra tavola.

Ecco alcune regole da seguire per apparecchiare la tavola in modo perfetto ed elegante seguendo il galateo: innanzitutto preparate la tavola prima dell’arrivo degli ospiti, senza ridurvi all’ultimo minuto. Riguardo a tavolo e sedie, fate in modo che gli ospiti stiano comodi quindi, se il tavolo è piccolo, provvedete in tempo; le sedie poi dovranno essere tutte uguali e della stessa altezza. La tovaglia dovrà essere ben pulita e stirata, quindi controllatela prima, così da poter rimediare, lo stesso vale per i tovaglioli che dovranno ovviamente essere abbinati in base al colore della tovaglia che avete scelto: se non volete utilizzare quelli di stoffa, utilizzate quelli di carta che dovranno però essere eleganti e resistenti. Se si tratta di una cena formale piegate i tovaglioli a triangolo e metteteli nel piatto o piegateli a sinistra, nel caso di una cena informale potete metterli anche nel portatovaglioli.

Ponete poi i piatti al bordo del tavolo e ben distanziati tra loro: mettete prima il sottopiatto, poi il piatto per le pietanze e quello per la  minestra. Potete poi aggiungere un piccolo piatto per il pane a sinistra. Riguardo alle posate il galateo vuole che siano posizionate verso l’interno e da sinistra verso destra: a sinistra del piatto la forchetta normale e quella del pesce, a destra ci saranno coltello, con la lama rivolta verso l’interno, e cucchiaio mentre, le posate per formaggi e dessert in alto orizzontalmente. I bicchieri saranno posizionati in base alla loro grandezza: prima quello dell’acqua, più grande, e poi vino rosso, vino bianco e flute per lo champagne o lo spumante. Per l’acqua utilizzate sempre una caraffa: per l’acqua frizzante è ammessa la bottiglia in vetro, ma mai quella di plastica.

Tovaglia di Capodanno: dal bianco all’argento da impreziosire con gli accessori giusti
Il consigli per chi non vuole osare con una tovaglia particolare è di scegliere il bianco: il total white può essere la scelta vincente per la tavola di Capodanno perché permette di giocare con colori e accessori con maggiore libertà. I colori classici da abbinare, in entrambe i casi, sono l’oro e l’argento: potete scegliere sottopiatti o tovaglioli del colore prescelto per una decorazione chic e originale. Per quanto riguarda i tovaglioli, sulla tovaglia bianca potete ovviamente abbinare anche quelli rossi, se preferite, che creano il giusto contrasto, magari con l’aggiunta di una piccola decorazione per impreziosirli.

   

 

 

 

I piatti da scegliere: classici o originali ma mai di plastica

Se amate i piatti di porcellana bianchi potete semplicemente impreziosirli con sottopiatti oro o argento, in base al tema della vostra tavola. In alternativa, un’idea originale può essere quella di utilizzare dei piatti a tema orologio come simbolo del conto alla rovescia per l’arrivo del nuovo anno. Per dare un tocco diverso alla tavola del cenone di Capodanno, potete utilizzare anche piatti quadrati oppure ovali, così da rompere la monotonia dei classici piatti tondi e rendere la tavola più moderna. Ovviamente sono banditi i piatti di plastica o di carta, che possono essere utili in alcune occasioni, ma decisamente da evitare per il cenone dell’ultimo dell’anno.

Segna bicchieri o calici: elementi indispensabili per il cenone
Per i festeggiamenti di Capodanno non possono mancare calici o segna bicchieri. Anche in questo caso, così come per i piatti, sono vietati i bicchieri di plastica: fanno eccezione solo i bambini o se avete a cena tanti ospiti, utilizzando però sempre quelli trasparenti e in plastica rigida, magari a forma di flute. I segna bicchieri sono d’obbligo per i buffet, dove non è necessario stare seduti per tutto il tempo, in questo modo ognuno avrà il suo bicchiere senza perderlo. In vendita li trovate di tante forme e colori.

Segnaposto e centrotavola in tema

Per completare la tavola per il cenone di Capodanno, non possono mancare i segnaposto che potete realizzare anche con il fai da te in modo davvero facile: l’importante è abbinarli con i colori e il tema della tavola.
Ecco alcune idee:

               

Il centrotavola

I centrotavola green sono sempre i più apprezzati e belli da vedere: potete realizzarli con piantine vere da inserire in piccoli vasetti di alluminio, oppure utilizzare dei rametti di abete da adagiare sulla tavola. Tra una piantina e l’altra sistemate delle candele alte e sottili che daranno un tocco più suggestivo alla tavola dei Capodanno. Se la vostra tavola della vigilia di Capodanno sarà addobbata in modo classico, potete optare per una candela bianca, con candelabro abbinato al colore che avete scelto per il tema della vostra tavola, a cui affiancare un vaso di cristallo trasparente con palline natalizie, meglio se glitterate o luccicanti.

 

Il mercato degli affitti ha registrato un incremento dello 0,6% dei canoni nell’ultimo anno rispetto al 2020, a una media di 11 euro al metro quadro mensili, secondo i nuovi dati dell’Ufficio Studi di idealista, il portale leader per sviluppo tecnologico in Italia.

Nell’anno del “quasi ritorno alla normalità – in particolare a partire dell’estate quando c’è stata la ripresa a pieno regime dell’attività industriale, il telelavoro è divenuto una formula ibrida e studenti e turisti sono tornati nelle città – abbiamo visto un repentino assorbimento dello stock abitativo accumulatosi sul mercato nel corso del 2020.

L’elevata pressione della domanda alimentata da nuovi utenti ha innescato la ripresa dei prezzi soprattutto nei mercati più dinamici, che avevano pagato gli effetti della pandemia con forti ribassi, a differenza dei mercati i mercati “periferici” apparentemente poco o per nulla impattati della contingenza pandemica.

Secondo Vincenzo De Tommaso, Responsabile dell’Ufficio Studi: “nel 2021 gli italiani hanno ricominciato a cercare casa in affitto rimettendo in moto i prezzi. Gli indici di alcune città di punta per il settore delle locazioni fortemente ridimensionati dalla pandemia, come Milano, Firenze e Bologna sono già tornati in terreno positivo preannunciando una ripresa dei prezzi che dovrebbero crescere più velocemente nel corso del 2022, per effetto della combinazione tra una domanda 4 volte maggiore al periodo pre-Covid e un’offerta che andrà a ridursi drasticamente”

Capoluoghi
L’orientamento positivo dei prezzi degli affitti si evidenzia in 61 centri su 91 monitorati nel corso dell’anno. Bergamo è l’unico mercato rimasto invariato rispetto ai canoni richiesti 12 mesi fa. Ragusa (21,8%), Catanzaro (16,1%) e Ascoli Piceno (15,8%) sono le città che hanno segnato i maggiori rimbalzi davanti ad altri 5 mercati in crescita a doppia cifra come Ravenna (14,4%), Massa (11,4%), Reggio Emilia (11,2%), Benevento (10,9%) e Grosseto (10,3%). All’opposto della tendenza le contrazioni maggiori spettano a Sassari (-8,8%), Asti (-6,6%) e Prato (-6,3%).

Con riferimento ai principali (centri), a parte i recuperi di Venezia (4%), Milano (3,2%), Firenze (2,4%) e Bologna (1,9%) di cui si è parlato, stentano ancora Napoli e Torino (entrambe con un lieve calo dello 0,7%), mentre Roma (-2,9%) sembra fare più fatica a invertire la tendenza.

Milano è la regina dei prezzi di affitto con i suoi 18,9 euro al metro quadro, davanti a Firenze e Venezia, entrambe ferme a 15 euro mensili, quindi seguono Bologna (14,1 euro/m²) e Roma (13,1 euro/m²). In fondo al ranking Reggio Calabria (4,8 euro/m²), Vibo Valentia (4,5 euro/m²) e Caltanissetta (4,2 euro/m²) sono i capoluoghi più economici d’Italia.

Con i primi freddi, e l’aumento delle bollette, torna di estrema attualità il tema dei riscaldamenti. Ma quanto costa riscaldare casa? Scopriamo le differenze a seconda della modalità utilizzata.

L’ultimo rapporto sui consumi energetici delle famiglie italiane, realizzato da Istat con Enea e MiSE, risale in realtà al 2013. La fotografia scattata mostrava che la spesa media annua per famiglia era di 1.635 euro è proprio il riscaldamento (specie se a gasolio o metano) rappresentava la voce più gravosa, pur con differenze territoriali (le famiglie del Nord spendono in bollette energetiche in media sui 1.800 euro contro i circa 1.400 di quelle del Sud).

Il gasolio è la fonte energetica che richiede la maggiore spesa media per famiglia, quasi 1.400 euro l’anno, più di quella destinata al metano (circa 1.000 euro) e all’energia elettrica (581 euro all’anno in media).

L’impianto di riscaldamento più diffuso è quello autonomo, sia per gli ambienti (lo utilizzano 66 famiglie su 100), sia per l’acqua calda (74). Il 70% delle famiglie usa il metano; il 14,5% le famiglie utilizza le biomasse (per le stufe a pellet); mentre GPL, energia elettrica e gasolio assumono un ruolo complessivamente marginale.

Durante l’inverno l’impianto di riscaldamento viene utilizzato, in media, per poco meno di 8 ore al giorno. La fascia oraria in cui l’utilizzo è più frequente è quella pomeridiana (dalle ore 13,00 alle 21,00) con una media nazionale di 4 ore e 24 minuti. Gli impianti sono accesi in media per 2 ore e 26 minuti la mattina (dalle ore 5,00 alle 13,00) e solo poco più di un’ora di notte (tra le 21,00 e le 5,00).

Il numero di ore di accensione è più elevato nella ripartizione settentrionale che, con oltre 9 ore in media, supera di circa due ore il Centro (7 ore) e di oltre tre ore e mezzo il Mezzogiorno (6 ore e 20 minuti). Tra le regioni del Nord, Valle d’Aosta e Piemonte (a ovest) ed Emilia-Romagna (a est) sono quelle con tempi di accensione più prolungati. Gli impianti centralizzati sono accesi più a lungo (9 ore e 10 minuti in media) rispetto ad apparecchi singoli (8 ore e 40 circa) e autonomi (7 ore e 20).

Il metano di rete alimenta oltre l’80% degli impianti di riscaldamento di tipo centralizzato o autonomo, mentre si ricorre prevalentemente alle biomasse (73,9%) per gli apparecchi singoli fissi (caminetti o stufe). Gli apparecchi portatili per riscaldare l’abitazione si distribuiscono equamente tra dispositivi a energia elettrica e a GPL. Tra gli impianti centralizzati, più di uno su dieci è alimentato a gasolio.

Per l’acqua calda i dati sono simili, salvo una maggiore penetrazione del vettore elettrico: usato dal 14,4% del campione, presumibilmente soprattutto sotto forma di boiler elettrici.

Più di una famiglia su cinque fa uso di legna per scopi energetici (consumando 3,2 tonnellate in media all’anno); di queste la metà circa si auto-approvvigiona (del tutto o in parte). Ad usare il pellet è il 4,1% delle famiglie.

Come rinnovare la cucina con pochi soldi? Se lo stile di questo importante ambiente della casa è oramai fuori moda e vuoi dare un tocco nuovo, non demordere. Non è necessario sostenere una spesa importante. Per un aspetto totalmente rinnovato si possono fare piccoli cambiamenti anche a meno di 1.000 euro.

 

Dipingi le piastrelle e rinnova il pavimento

Si tratta di un modo rapido, semplice ed economico per dire addio a quelle piastrelle che hanno smesso di essere di tendenza. Se non vuoi fare lavori o spendere molto, ridipingile. E magari posiziona anche delle piastrelle in Pvc sul vecchio pavimento. Con questi due piccoli cambiamenti la cucina sarà completamente diversa.

 

Armadi quasi come nuovi

No, non stiamo parlando di cambiarli, ma di dare loro una seconda vita. Come? Sono due i modi possibili, l’importante è che siano in buone condizioni. Il primo è dipingerli o laccarli. Il secondo è sostituire solo ante e cassetti.

Cambia il piano di lavoro e metti un utile scaffale

Il top, o piano di lavoro, è uno degli elementi che soffre di più in una cucina ed è anche un elemento essenziale. Puoi scegliere tra un’infinità di materiali e con 1.000 euro puoi sbizzarrirti. Scegliendo un materiale economico, come legno o laminati, avrai denaro da spendere per mettere un utile scaffale per riporre tutti gli utensili.

Apri la cucina sul soggiorno

Se il tuo soggiorno e la tua cucina sono collegati, un’idea più economica di quanto pensi è creare un unico ambiente. Se lo fai solo fino a metà altezza, puoi approfittarne per realizzare un’isola per la colazione. L’intero ambiente sarà più luminoso e sembrerà più spazioso. La tua cucina sembrerà un’altra senza aver cambiato quasi nulla.

 

Le piante da interno sono più di una componente di arredo: partecipano alla creazione di un ambiente biofilico e rendono una stanza viva, nel vero senso della parola. Ecco un po’ di idee per arredare con le piante, tenendo conto di quali sono gli elementi vegetali più adatti ai vari ambienti della casa.

Piante per arredare: dove e come collocarle in casa

Se cercate idee su come decorare la casa con piante e fiori, il suggerimento classico è quello dei tre layerorganizzare il verde in gruppi di tre o cinque elementi, partendo dalle specie più alte per digradare verso il basso giocando sulle altezze e sul fogliame. In tema di disposizione, è consigliato alternare piante voluminose a piccoli elementi verdi.

Nello scegliere dove collocare le piante è bene dare la precedenza ad ambienti dotati di finestre o, nel caso di spazi bui, provvedere a un bilanciamento di umidità e calore durante l’anno. Certo che, però, dipende anche dalla stanza.

Piante classiche e idee verdi originali per il living

Nello spazio living o, più in generale, nella zona giorno le piante garantiscono vivacità, armonia e benessere. Se abbiamo una stanza grande possiamo scegliere elementi alti e snelli, da posizionare accanto a un divano o ai lati di credenze e consolle. Il Ficus lyrata è un classico, ma se non abbiamo tanta luce possiamo scegliere un Ficus Alii oppure una Kenzia.

Sopra librerie, mensole o piani di appoggio la scelta è disporre piccole piante oppure sceglierle rampicanti.  Ma sono sempre di più le soluzioni originali che uniscono verde e design. Le più diffuse sono le pareti o i quadri verdi, eleganti dietro il divano o sulla parete di fronte alla scrivania in uno studiolo domestico.

Le piante giuste per arredare la camera da letto

La dracena marginata o il pothos sono forse le piante più diffuse nella zona notte: hanno bisogno di poca luce e sono molto decorative. Possono essere disposte su una mensola sopra il letto o a corredo di un comodino. Chi è molto creativo può pensare di abbinare, sulla parete dietro il letto, una carta da parati a tema botanical o proseguire con un motivo verde anche nella scelta dei tessili. C’è anche da divertirsi con vasi, tende e con l’illuminazione, che può richiamare l’idea della serra o del dehor.

Le piante giuste per la cucina

I davanzali della cucina, le mensole e gli scaffali possono ospitare specie aromatiche come rosmarinotimobasilicomenta. Anche in cucina possono essere sperimentate soluzioni originali come le piante appese al soffitto oppure i quadri vegetali, a ospitare un orticello casalingo. L’importante, in questo ambiente, è che le piante stiano sufficientemente lontane dalla fonte di calore e che non intralcino il piano di lavoro.

Arredare con le piante anche dove non ce lo si aspetta

La bromelia è forse la più diffusa, tenace e trasversale pianta da interni. In natura cresce aggrappandosi ad alberi e rocce, sviluppando particolari radici e anche dentro casa può essere usata per arredare gli angoli più ostici.

Le tipiche foglie grandi e brillanti sono molto decorative ma, poiché richiede poca terra, la bromelia può essere collocata in un ingresso o in un corridoio, sospesa a soffitto o a parete oppure collocata in un angolo, magari in un vaso importante.

Anche il bagno è, di solito, un ambiente che non ispira l’arredamento verde. Ma la scarsa luminosità e l’umidità non sono il male assoluto, non per tutte le piante almeno: per gli ambienti piccoli ci sono felci, per quelli più ampi l’aspidistria. Dove c’è luce e poco spazio, anche l’orchidea è gettonatissima: si può appoggiare su un ripiano oppure sul davanzale della finestra.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un anno di risparmi accumulati e un’altra estate alle porte in cui convivere con le misure anti-Covid: potrebbero essere questi i due fattori che hanno spinto molti italiani a cercare una casa al mare da acquistare.

Infatti nell’ultimo anno, analizzando il mercato nelle principali aree del turismo di mare, la domanda ha fatto segnare importanti aumenti ovunque, con un record del +153% nelle Cinque Terre e del +119% nelle isole Pelagie (Linosa e Lampedusa).

Spostarsi verso le seconde case appare ormai per molti l’unica garanzia di potersi muovere dalla propria residenza in cui si è trascorso quasi ininterrottamente l’ultimo anno, fra lockdown e restrizioni. Se a questo si sommano i grandi risparmi accumulati in questi mesi, non sorprende un incremento così importante della domanda di casa nei luoghi di mare più belli del nostro Paese. La nostra analisi rivela una vera volontà di comprare un posto al sole, da utilizzare quest’anno come luogo di villeggiatura e probabilmente come fonte di reddito per gli anni a avvenire, con la fine della pandemia e la riapertura del turismo.

Il maggior incremento di richieste rispetto all’anno scorso è visibile nelle località turistiche facilmente raggiungibili dai grandi centri, in particolare da Milano, con le già citate Cinque Terre, e da Roma. Le altre aree che hanno segnato un volume di domanda molto al di sopra dello scorso anno sono infatti l’arcipelago delle isole Ponziane (+85%), l’Agroromano e il Golfo di Gaeta (+68%) e la Maremma Laziale (+61%). È aumentata dell’85% la domanda di immobili in vendita nell’Arcipelago Toscano.

Se l’interesse per l’acquisto di un immobile al mare risulta in aumento in tutte le aree turistiche del Paese prese in considerazione, aumenta anche quello per le località del Sud. Scorrendo la classifica di quelle che hanno guadagnato maggior interesse rispetto all’anno scorso si trovano infatti anche il Cilento e le isole di fronte alla Campania, con un aumento della domanda di quasi il 50%. Anche in Sicilia si è registrato un incremento delle ricerche di oltre il 30%, mentre si è fermata poco prima di questa soglia la Puglia, con le zone del Salento (+29%) e del Gargano (+26%).

L’aumento generalizzato dell’offerta va ricondotto al momento storico di forte difficoltà per chi era in possesso di un immobile nelle località turistiche spesso destinato a casa vacanze. Molti proprietari, a fronte delle spese elevate richieste dalla manutenzione e dalla tassazione per questi immobili, hanno preferito metterli in vendita, alimentando così la disponibilità di case, spesso di qualità superiore alle altre, essendo maggiormente curate e ristrutturate. Questa particolare situazione, che ormai possiamo ricondurre alla pandemia e che osserviamo da diversi mesi, porta i prezzi a non subire grosse oscillazioni, sia per una maggiore qualità delle abitazioni in vendita, di conseguenza di maggior valore, sia per una sorta di resilienza da parte di chi le vende che non è ancora disposto a ribassare il prezzo.

Segnali positivi per il mercato immobiliare.

Nei primi sei mesi del 2021 il mattone ha confermato la sua resilienza alla difficile situazione economica dovuta alla pandemia: secondo l’Osservatorio Immobiliare, infatti i prezzi medi richiesti per le abitazioni in vendita in Italia hanno continuato a crescere, segnando un +0,9% nel semestre.

Si conferma l’andamento crescente nel comparto residenziale, dove il numero di transazioni concluse nel primo semestre 2021 è in aumento rispetto sia al 2020 sia al 2019, ritornando al trend ascendente pre-pandemia.

Nei primi sei mesi del 2021 cresce la domanda: +7,2% rispetto al secondo semestre 2020, con tutte le zone in positivo. Molto bene la richiesta di immobili nelle regioni del Sud, con un incremento dell’11,9% se confrontato con il periodo luglio-dicembre 2020.

Secondo quanto analizzato, al di là del miglioramento in atto e delle prospettive positive rispetto al 2020, emerge in maniera chiara il cambiamento dei modelli e delle abitudini di vita e di consumo e, con essi, anche l’utilizzo di spazi, abitazioni e uffici.

Le grandi città rimangono le più quotate.

La casa si conferma ancora una volta il porto sicuro degli italiani, anche in un periodo di crisi economica e incertezze il costante incremento della domanda di abitazioni da acquistare mostra anche come le misure adottate per sostenere il mercato abbiano funzionato: bonus ristrutturazioni e mutui con la garanzia dello Stato stanno portando sempre più italiani a valutare l’idea di comprare una casa più adatta alle nuove esigenze oppure di fare il grande passo del primo acquisto.

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